sabato 5 settembre 2015

A257



Il tempo in cui potevo
ricompensarti d’ogni
tuo regalo è finito.
La tua notte
ha trovato l’alba.
A chi t’ha preso
tra le braccia
porto la gratitudine e i doni
che avevo preparato per te,
con il perdono per tutte
le ferite e le offese
che ti ho procurato.
I fiori del mio amore,
che non sbocciarono allora,
io offro adesso a te
perché hai aspettato
che si aprissero.

R. Tagore


venerdì 4 settembre 2015

A256



Se mai, per caso,
rivolgi a me il pensiero,
immagina che io scriva un canto quando la sera
piovosa diffonde ombra sul fiume, trascinando lenta
la sua luce offuscata,
quando lo spazio del
giorno è troppo breve per
il lavoro e l’ozio.
Sarai solo e seduto nella terrazza a oriente,
io canterò dalla stanza
semibuia. L’umido
profumo delle foglie
entrerà dalle finestre
avvicinandosi il
crepuscolo, mentre il vento urlerà la sua ira nel
boschetto dei cocchi.
Quando nella stanza sarà portata la lampada accesa io andrò via.
Tu forse allora ascolterai
la notte, e, anche se io
tacerò, sentirai
la mia canzone.

R. Tagore


giovedì 3 settembre 2015

A255



Un tempo, ogni
mattina, quando
la rugiada splendeva nell’erba,
venivi a dondolare
la mia amaca.
Slittando dai sorrisi
alle lacrime,
io però non
ti riconoscevo.
Durante i sontuosi
mezzogiorni d’Aprile
Tu mi parlavi,
credo, di seguirti.
Cercavo però
il Tuo viso ed ecco
che tra noi passavano
processioni fiorite,
uomini e donne
che spargevano le
loro canzoni al vento del Sud.
T’ho incrociato,
senza riconoscerti,
sulla strada.
Poi, certi giorni, pieno
di indefinito profumo
d’oleandri e di vento
che s’ostina
fra le palme gementi,
t’ho lungamente
considerato...
E io non so
se Tu mi sei mai
stato sconosciuto.

R. Tagore

mercoledì 2 settembre 2015

A254



La sera è buia, il sonno tuo profondo nel silenzio
del mio essere.
Svegliati, pena d’amore,
non so aprire la porta,
rimarrò fuori.
Lente scorrono le ore,
vegliano le stelle, il vento tace, pesante cala il silenzio
nel mio cuore.
Svegliati, amore, svegliati!
Il mio bicchiere è vuoto,
riempilo, smuovi la notte
col respiro d’un canto
per cose al di là della
speranza.
Ci basta ciò che diamo
e quello che riceviamo.
Non abbiamo schiacciato
la gioia per spremerne
il vino del dolore.
Quest’amore tra me e te
è semplice come un canto.

R. Tagore


martedì 1 settembre 2015

A253



In un momento d’incoscienza
sono venuta.
E tu, alza quegli occhi
e lasciami indovinare
se i fantasmi possano
attardarsi ancora,
simili a certe nuvole
che giocano allo zenit.
Poi sono qui, tollera
la mia presenza.
Le rose del giardino
già hanno i boccioli,
ignorano che trascureremo
di coglierle
quando saranno fiorite...
Palpita la stella
del mattino,
una luce si mescola ai rami che ombreggiano
la sua finestra, come
nei giorni passati.
Ma che quei giorni
siano passati
io lo dimentico durante quel
momento d’incoscienza.
Dimentico pure se
m’hai umiliato,
voltandoti da un’altra parte quando io t’aprivo
il mio cuore.
Non ricordo altro che
parole fermate
sulle tue labbra che
tremavano mentre
nel tuo sguardo
passava l’ombra
della passione.
Proprio dimentico
che hai scordato tutto!

R. Tagore