sabato 27 dicembre 2014

A8



I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce.
Taceva. Tu vivo tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
non pena non febbre non ombra
come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. Luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi..."
C. Pavese