domenica 19 aprile 2015

A118



..."Forse il cuore è costante, dopo tutto. Forse
    non fa differenza chi amiamo, quale voce ci tenti,
    quale nome pronunciamo. L’amore è sempre lo stesso,
    non è vero? Scaturito da un’unica fonte, insegue lo stesso
    Tracciato. È sempre la stessa sete che plachiamo, la
    stessa immagine nell’acqua; lo stesso sguardo offuscato dal sangue.
    Forse non fa differenza chi desideriamo -
    non è sempre lo stesso velo che stendiamo su ogni nuova
    Sembianza; l’ordito più fine che illusione possa comprare, tessuto
    di sete impreziosite da fiducia, speranza e inganno?
    Cosa importa infine quale sguardo
    catturi? Non è sempre lo stesso canto di sirena,
    Lo stesso vino sulle labbra, lo stesso sale sulla
    ferita? Se il cuore è minimamente fedele, non lo è
    a ciò che è fondamentale, universale? È soltanto nei
    dettagli che l’amore ci inganna – lo scenario e i
    Costumi: quel cielo particolare, quella strada, l’oleandro
    sul cancello aperto, una scala a chiocciola, un copriletto bianco -
    il tempo e le case, il linguaggio e le
    strade: apparenze, facilmente confuse, dimenticate
    Perdute come foglie o pelle, come i ricordi stessi. Come
    l’impronta della vista e del tatto: il fiato sul vetro, un
    volto particolare. Forse anche questo alla fine sarà perduto
    e con esso l’ultimo bagliore: quella notte, l’odore di una
    Strada, il fiume ferito, il ponte illuminato: un’amante
    che lo attraversa; che torna indietro – un’estranea. Persino questo,
    alla fine, anche questo svanirà, cancellato come il tempo stesso. Come il
    ricordo del suo volto. Come il ricordo di quella bugia..."

    M. Dorcey