..."Forse il cuore è costante, dopo tutto.
Forse
non fa
differenza chi amiamo, quale voce ci tenti,
quale nome
pronunciamo. L’amore è sempre lo stesso,
non è
vero? Scaturito da un’unica fonte, insegue lo stesso
Tracciato.
È sempre la stessa sete che plachiamo, la
stessa
immagine nell’acqua; lo stesso sguardo offuscato dal sangue.
Forse non
fa differenza chi desideriamo -
non è
sempre lo stesso velo che stendiamo su ogni nuova
Sembianza;
l’ordito più fine che illusione possa comprare, tessuto
di sete
impreziosite da fiducia, speranza e inganno?
Cosa
importa infine quale sguardo
catturi?
Non è sempre lo stesso canto di sirena,
Lo stesso
vino sulle labbra, lo stesso sale sulla
ferita? Se
il cuore è minimamente fedele, non lo è
a ciò che
è fondamentale, universale? È soltanto nei
dettagli
che l’amore ci inganna – lo scenario e i
Costumi:
quel cielo particolare, quella strada, l’oleandro
sul
cancello aperto, una scala a chiocciola, un copriletto bianco -
il tempo e
le case, il linguaggio e le
strade:
apparenze, facilmente confuse, dimenticate
Perdute
come foglie o pelle, come i ricordi stessi. Come
l’impronta
della vista e del tatto: il fiato sul vetro, un
volto
particolare. Forse anche questo alla fine sarà perduto
e con esso
l’ultimo bagliore: quella notte, l’odore di una
Strada, il
fiume ferito, il ponte illuminato: un’amante
che lo
attraversa; che torna indietro – un’estranea. Persino questo,
alla fine,
anche questo svanirà, cancellato come il tempo stesso. Come il
ricordo
del suo volto. Come il ricordo di quella bugia..."
M. Dorcey