giovedì 9 luglio 2015

A199



Viscere mie, amore, viva morte,
invano aspetto una lettera da te
e penso, con il fiore che appassisce,
di perderti se vivo senza me.
L'aria è immortale e sta inerte la pietra
che non conosce l'ombra, non la elude.
Profondo il cuore non richiede il miele
ghiacciato che è versato dalla luna.
Che sofferenza! da aprirmi le vene,
tigre e colomba, sopra la cintura,
di gigli e di morsi che si scontrano.
Cura la mia follia con le parole,
sennò lasciami alla serena notte
dell'anima che eterna dura oscura

Federico Garcìa Lorca