mercoledì 31 dicembre 2014

A12



.."Ancora ti cerco
nei tramonti dorati
o nel giaciglio dell’alba
prima che il sole
accenda i suoi raggi di luce
e il giorno respiri
La tua danza è
il moto rotatorio della terra
Tienimi la mano
non m’impaurisce la gioia
sei la dolcezza della luna
bianco cigno nel fiume
chiarore di neve
prima dei passi
Ho visitato luoghi di tristezza
tra nuvole nere di pioggia
ho ascoltato ancora una volta
la profonda musica del mondo
mi sono sentita
come una lacrima
sulla guancia del tempo..."

G. Peddio

martedì 30 dicembre 2014

A11



Ogni Cosa Di Te
Devo Cercarla In Me,
Crearla,
Renderla Reale
Per Poterla Assaporare:
Il Profumo Della Tua Pelle,
Il Sapore Dei Tuoi Baci,
Le Tue Effusioni Amorose.
T’immagini
La Mia Tortura?

lunedì 29 dicembre 2014

A10



"Con l’ansia stessa che tien vivo il seme
Dentro la nera zolla
Finché veda l’ignota luce desiderata,
Ed accompagna il fiume nel suo lungo viaggio
Tra monotone rive
Verso un mare glorioso, dove insieme
Riconosca e raggiunga la sua mèta,
Io ti attendevo senza saperlo,
Ed era amore anche l’attesa.

Questo e non altro rammento,
E non altro so dirti,
Ora che il tempo dell’amore svelato
Sfrena danze di pòllini sul vento
E un impeto di liete acque alla foce,
E gli occhi affondano negli occhi..." 
M. Guidacci

domenica 28 dicembre 2014

A9



"Solo un soffio di vento
accompagna i miei passi
in questa ancor giovane
e tiepida luce del mattino.
Umidi sentieri tra i campi
fragore di scompigliate fronde
e quel profumo di terra
che sempre diventa respiro.
Così, in questa semplicità
prendono corpo i pensieri
e gli innocenti desideri
già gocce di gioia ed attesa.
È di questi brevi momenti
che voglio aver caro ricordo
è di quest’aria di libertà
che non voglio far nostalgia.
Io vivo qui l’alba e il tramonto
nel lento scadere del tempo
e nell’esaudirsi di un sogno
ti vorrei, anche in silenzio
ma ancora al mio fianco..." 
M. Milani

sabato 27 dicembre 2014

A8



I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce.
Taceva. Tu vivo tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
non pena non febbre non ombra
come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. Luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi..."
C. Pavese