sabato 31 gennaio 2015

A41



"In te si fa profumo anche il destino.
Batte la vita tua non mai vissuta
dentro di me, tic tac di nessun tempo.
Che fa se il sole estraneo non illumina
queste figure da noi non sognate,
create sì, dal nostro doppio orgoglio?
Non conta. Così sono più veraci
che parvenze di luci inverosimili
negli scorci dell’obbligo e del caso.
Tutto tu convertito nel presagio
tuo, ma senza mistero!: un’irrompente
verità di assoluto ti sostiene.
Che fu di quell’enorme e così informe
pullulare di oscuro dal profondo,
sotto le solitudini stellate?
Le stelle insigni di lassù non guardano
la nostra notte che non ha segreti.
Resta tranquillo quel profondo buio.
L’oscura eternità non è già un drago
celeste! Le nostre anime conquistano
non viste una presenza tra le cose..."
Jorge Guillén

venerdì 30 gennaio 2015

A40



"Tu, corpo senza peso, paurosa dolcezza
di braccia come ali, di mani come fiori,
tremar di palpebre basse.
Tu da così lontana lontananza venuto,
coi tuoi piccoli passi smarriti,
dentro la notte immensa e chiusa come il nulla,
a posar sul mio petto quest’angoscia tua muta.
Poi lento levi il capo, e mi fissi negli occhi
gli occhi tuoi nudi, fondi,
e allora mi travolge la rapina d’un vento
di luce e mi consuma come nuvola a fiocchi..."

 D. Valeri

giovedì 29 gennaio 2015

A39



"Quando la luna sfavilla nella notturna foschia
con la sua falce tenera e lucente,
la mia anima aspira a un altro mondo,
ammaliata da lontananze infinite.
Ai boschi, ai monti, alle candide cime
io mi affretto nei sogni come uno spirito infermo,
io veglio sul mondo tranquillo
e dolcemente piango e respiro la luna.
Assorbo questo pallido splendore,
come un elfo vacillo in una rete di raggi,
ascolto il silenzio loquace.
Mi è lontano il tormento del prossimo,
mi è straniera la terra con la sua lotta,
sono una nube, un alito di brezza... " 

Konstantin Dmitrievič Bal’mont

mercoledì 28 gennaio 2015

A38

..."Tu la notte io il giorno
così distanti e immutevoli
nel tempo
così vicini come due alberi
posti uno di fronte all`altro
a creare lo stesso giardino
ma senza possibilità di
toccarsi
se non con i pensieri
Tu la notte io il giorno
tu con le tue stelle e la luna
silenziosa
io con le mie nuvole ed il
sole abbagliante
tu che conosci la brezza
della sera
ed io che rincorro il vento
caldo
fino a quando giunge il
tramonto
I rami divengono mani
tiepide
che si intrecciano
appassionate
le foglie sono sospiri
nascosti
le stelle diventano occhi di
brace
e le nuvole un lenzuolo che
scopre la nudità
La luna e il sole sono due
amanti rapidi e fugaci
e non siamo più io e te
siamo noi fusi insieme
nella completezza della luce
fioca
ondeggiante come la marea
in eterna corsa...
So cosa significa amore
quando il giorno muore..."


 A.Pozzi

martedì 27 gennaio 2015

Non essere

...scivolare come se non si esistesse...
c'è un mondo oltre o forse il nulla?
è veramente possibile "non essere?"

lunedì 26 gennaio 2015

A37

"La mia notte mi strema. Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me. Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero. La mia notte non porta consiglio. La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti. La mia notte si intristisce e si perde. La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini. Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori. La mia notte è lunga, lunga, lunga. La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta. La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte. Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno. La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo. Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina-disordine, è proibito. La mia notte si chiede cosa non sia proibito. Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione. Una carne non è fatta per sposare il nulla. La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio. La mia notte si nutre di echi immaginari. Essa, può farlo. Io, fallisco. La mia notte mi osserva. Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa. La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza. La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. La mia notte diventerebbe dolce. La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide. La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile. Mi manchi tanto, tanto. Le tue parole. Il tuo colore. Fra poco si leverà il sole..."


Frida Khalo

domenica 25 gennaio 2015

A36

..."Se fosse vero che due anime camminano congiunte,
senza che i corpi si conoscano;
se fosse vero che si son toccate da sempre,
che bevvero la stessa luce, che lo stesso destino le culla;
se fosse vero che son foglie dello stesso arbusto, eterno e verde;
se fosse vero che il loro trionfo si compie
il dì che avranno gli occhi dell'anima gemella
fissi nella loro carne presente;
se tutto ciò fosse vero, come mai quel giorno di settembre
non ti cercai, chiamai, portai; come mai ignoravo che esistessi,
come mai non trattenni la stella che t'arrossava la fronte;
come mai potevo io cantare sotto la fiamma del ponente;
come mai poteva non esistere il tuo passato di ora, che mi doleva.
Come ha potuto essere. E come non lo impedii, con unghie, denti, cuore...
Se fosse vero che due anime, senza che i corpi si conoscano,
vibrano, vanno congiunte verso lo stesso nido caldo,
come quel giorno di luce profonda, come quel giorno
nella strada dritta contro il ponente; dorata e grave di settembre;
come quel giorno non sentii che mi trafiggeva la morte..."


J. Hierro

sabato 24 gennaio 2015

A35

..."Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutto,
ti desideravo intero.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicino
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza..."

Pedro Salinas

venerdì 23 gennaio 2015

A34

"Non ho bisogno di tempo per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere là dove taci,
o nelle parole con cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita che stai vivendo,
non sa di te che allusioni, pretesti in cui ti nascondi.
E seguirti all'indietro in ciò che hai fatto,
prima, sommare azione a sorriso, anni a nomi,
sarà come perderti. Io no. Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvviso, in quello squarcio brutale
di tenebra e luce, dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte. Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
nudo ormai dell'equivoco, della storia, del passato,
tu, amazzone sulla folgore, palpitante di recente ed inatteso arrivo,
sei così anticamente mio, da tanto tempo ti conosco,
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e procedo senza errare, alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura con cui si riconoscono lettere e forme
e si fanno conti e si crede di vedere chi tu sia, o mio invisibile..."


Pedro Salinas