..."Non
importa che non ti abbia,
non
importa che non ti veda.
Prima
ti abbracciavo,
prima
ti guardavo,
ti
cercavo tutto,
ti
desideravo intero.
Oggi
non chiedo più
né
alle mani, né agli occhi,
le
ultime prove.
Di
starmi accanto
ti
chiedevo prima,
sì,
vicino a me, sì,
sì,
però lì fuori.
E
mi accontentavo
di
sentire che le tue mani
mi
davano le tue mani,
che
ai miei occhi
assicuravano
presenza.
Quello
che ti chiedo adesso
è
di più, molto di più,
che
bacio o sguardo:
è
che tu stia più vicino
a
me, dentro.
Come
il vento è invisibile, pur dando
la
sua vita alla candela.
Come
la luce è
quieta,
fissa, immobile,
fungendo
da centro
che
non vacilla mai
al
tremulo corpo
di
fiamma che trema.
Come
è la stella,
presente
e sicura,
senza
voce e senza tatto,
nel
cuore aperto,
sereno,
del lago.
Quello
che ti chiedo
è
solo che tu sia
anima
della mia anima,
sangue
del mio sangue
dentro
le vene.
Che
tu stia in me
come
il cuore
mio
che mai
vedrò,
toccherò
e
i cui battiti
non
si stancano mai
di
darmi la mia vita
fino
a quando morirò.
Come
lo scheletro,
il
segreto profondo
del
mio essere, che solo
mi
vedrà la terra,
però
che in vita
è
quello che si incarica
di
sostenere il mio peso,
di
carne e di sogno,
di
gioia e di dolore
misteriosamente
senza
che ci siano occhi
che
mai lo vedano.
Quello
che ti chiedo
è
che la corporea
passeggera
assenza,
non
sia per noi dimenticanza,
né
fuga, né mancanza:
ma
che sia per me
possessione
totale
dell'anima
lontana,
eterna
presenza..."
Pedro
Salinas