sabato 8 agosto 2015

A229



Credevo di dovergli
dire qualcosa,
quando i nostri sguardi s’incrociarono oltre la siepe.
Ma lui non si fermò.
Le parole che dovevo dire, notte e giorno,
scivolano come barche
sopra l’acqua,
o sembrano alzarsi nelle
nuvole autunnali
perennemente ansiose,
o cercano l’attimo perduto
nel tramonto, perdendosi
nei fiori tardivi.
Come una lucciola,
mi trema in fondo al cuore
il discorso che dovevo fare, per trovare il giusto
significato nella sua
fine disperata.

R. Tagore