venerdì 8 maggio 2015

A138

"Sii paziente verso tutto cio'
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere
le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta..."


 R. M. Rilke

Tu 4

Oggi sento tanto la tua assenza.
Non l'assenza solita, quella in cui vivo senza di te, senza conoscere il tuo sorriso, senza rispecchiarmi nel tuo sguardo, senza ascoltare la tua voce e senza sfiorare il calore della tua pelle.

A quel tipo di assenza sono avvezza. 

Sento l'assenza più irrimediabile, totale, devastante. Sento l'assenza di chi non ha mai respirato ossigeno, di chi non ha mai avuto un cuore che batte e che pompa sangue caldo nelle vene.

Sento l'assenza di chi non mi cerca, di chi non mi pensa, di chi vive la sua vita - sempre se la vive- senza darsi pena di me.

Sento l'assenza di quando soffri da solo, l'assenza di chi aspetta di essere trovato ben sapendo che nessuno si sta dando la pena di cercarti.

Sento l'assenza di chi sente la mancanza di qualcuno che non ricambia il vuoto che provi.

Sento l'assenza di chi sta combattendo da solo. Ho l'impressione di stare dannandomi l'anima nell'adorare un altare dedicato a un dio che, quand'anche esista, non si da' pena di me al punto da nemmeno conoscere quel che io provo. Non per cattiveria, ma per mancanza di interesse.

E questo vuoto, quest'assenza, mi sgomenta al punto che mi si stringe la gola e mi si mozza il respiro nel petto.