martedì 3 marzo 2015

Senno Perduto

Non so cosa mi sta succedendo.
Mi sto ingannando? Sto perdendo l'esame di realtà? Annego nelle mie fantasie?

Perchè di sicuro qualcosa sta succedendo.

Ho riattraversato, per un breve periodo, il momento in cui tu eri con me. E' durato qualche giorno, come sempre.

Non è facile, per me, entrare in questo stato, ed è altrettanto difficile spiegarlo a parole. Io indico con la frase "quando tu sei con me" uno stato psicologico ed emotivo in cui, dal momento in cui mi alzo al mattino, al momento in cui vado a dormire, sento una sorta di formicolio alla nuca, unito ad una malinconia disperata, un senso di nostalgia, di mancanza di qualcosa di importante, e - allo stesso tempo  - incredibilmente e sorprendentemente, di strana consolazione, è come se ti sentissi in realtà paradossalmente più vicino. L'aria diventa diversa, più dorata, luminosa, eterea, e i profumi più sottili. Ovviamente il pensiero di te non mi abbandona mai, ma quando "tu non sei con me" è un pensiero di sottofondo, sempre presente ma, in qualche modo, "razionale", "cosciente", quando invece "tu sei con me", il pensiero di te si accompagna alle sensazioni sopra descritte.

E quello che faccio, il modo in cui trascorro la mia giornata, "quando tu sei con me", è come soffuso, trasognato, come se ogni fibra del mio essere, ogni cellula, ogni vibrazione psichica, fossero tese a cercarti. Come se avessi mille e mille antennine presenti sulla pelle tese a sintonizzarsi su di te. Mentre ovviamente continuo a vivere la mia vita.

Non è uno stato in cui entro facilmente. Tra l'uno e l'altro passano facilmente dei mesi. Un tempo ci entravo dopo che ti avevo sognato. Adesso mi capita anche senza sogni. Mi sveglio e tu sei con me. Ma sempre raramente.
Anche i sogni su di te sono diversi. Io ho imparato a distinguere tra i sogni "veri" di te, e i sogni "prodotti" su di te. I sogni prodotti sono quelli che io mi rendo perfettamente conto essere indotti dai miei pensieri del giorno. E' il mio inconscio, la mia fantasia, che li produce. Mi è capitato diverse volte, dopo il sogno dell'aereo, di sognarti in questo modo, ma ovviamente, come tutti i sogni di questo tipo, non mi hanno lasciato nulla. Li riconosco perchè non lasciano un'impronta sulla mia giornata da sveglia, il giorno dopo, li riconosco perchè spesso li faccio nel dormiveglia, quando le fantasticherie con cui mi addormento diventano oniriche. Li riconosco perchè spesso, in questi sogni, tu sei la copia bidimensionale di quello che sei in realtà, le tue azioni sono assurde e illogiche come spesso è caratteristica dei sogni, e poi perchè quasi sempre non interagisci con me, come se fossi un'immagine olografica proiettata da qualche parte nel mio cervello.

I sogni "veri", invece, sono del tutto diversi. Tu sei vero, non sei un film o un'immagine, entri in relazione con me e, soprattutto, sei perfettamente coerente con quello che sei. Le tue azioni, il tuo sguardo, financo i tuoi movimenti, sei proprio tu. E persino nel sogno mi arrivano le vibrazioni del tuo essere dritte dritte sulle mie antennine. E quando mi sveglio, mi ritrovo proiettata in una giornata in cui "tu sei con me".

Non è facile per me fare dei sogni "veri". Quello dell'aereo è stato l'ultimo. Ma la cosa più importante è che questi sogni "veri", oltre ad essere rari (ne conto una manciata nell'arco di quindici anni), arrivano quando meno me lo aspetto. Se cerco di "evocarti" nel mio sogno, arriva un sogno prodotto. Invece il sogno vero mi è arrivato in momenti in cui magari erano anni che non pensavo con insistenza a te, in cui tu eri magari solo un ricordo in sottofondo nella mia vita ricca di università, impegni, passioni ed hobby. E il sogno vero mi riportava  in una dimensione in cui tu c'eri.

Sono stati i sogni veri a non permettermi di dimenticarmi di te in questi quindici anni, a relegarti a semplice periodo folle della mia vita di adolescente, sono stati i sogni veri a far sì che io non ti lasciassi mai andare, e che quando pensavo di averti superato (non perchè questo fosse un pensiero cosciente, ma perchè ero talmente presa da impegni e amori terreni che proprio non pensavo più a te) mi hanno riportato da te.

Per questo sono convinta che nei sogni veri, tu mi vieni davvero a trovare. Per questo sono convinta che sia tu a non esserti rassegnato a lasciarmi andare, sei tu che ogni tanto vieni  per ricordarmi "vivi la tua vita, ama, lavora, sposati, fa' quello che devi fare, ma non dimenticarti di me. Non dimenticarti mai di me".

E funziona, perchè mi basta incontrarti per tornare ad anelare a te, perchè quando ti incontro finalmente mi sento "integra", risanata, serena, completa. Ed è una sensazione che, quando al risveglio se ne va, è difficilissima da sopportare.

Io lo so che quello che sto scrivendo è del tutto irrazionale, lo so che ad uno sguardo esterno queste mie considerazioni si fondano sul nulla, o su fenomeni psicologici perfettamente spiegabili (e io essendo del mestiere, saprei spiegarli molto bene ad un mio paziente), ma la verità è che il carico emotivo di ciò che provo è talmente alto che, semplicemente, della razionalità me ne fotto. O meglio, decido di fottermene, coscientemente, perchè la felicità che ricavo dai miei sporadici incontri con te è talmente grande che non posso farne a meno. 

E in questa mia decisione di fottermene della razionalità, inserisco tanti fenomeni che puntualmente accadono quando tu sei con me. A parte il fatto che è stata da sempre distinta la sensazione che, nel momento in cui io abbia incominciato una storia con qualcuno, tu sia "comparso" in loro. Me ne accorgevo. Arrivava un momento in cui loro non erano più "loro", ma c'eri tu e il modo in cui mi facevi sentire. Sei sempre rimasto non più di un mese, poi eri costretto ad andartene, e quando capitava per me era uno shock tremendo. La differenza tra il prima e il dopo era repentina, palese, scioccante. E ci mettevo sempre un po' per tornare al mio amore "terreno". Tu sei l'unica persona in tutto l'universo a farmi sentire speciale, unica, insostituibile, perfetta. E la sensazione era talmente forte da determinare un cambiamento esteriore in me. Tutti, quando mi guardavano in quel periodo, mi dicevano: "E' incredibile come sei cambiata, sembri come rifiorita, sei bellissima, hai una luce pazzesca". Tutti se ne accorgevano.

E poi ci sono questi episodi tipici di quando "tu sei con me". La primissima volta che tu "eri con me", sono tornata a casa da scuola. Era inverno, finestre chiuse, cameretta perfettamente in ordine. Al centro della stanza, sul pavimento, una piuma. Una piuma tra le più belle che io abbia mai visto. Marroncino chiaro, con alcune penne bianco crema, deliziosamente gonfia e aggraziata. Morbidissima. Nessuna piuma di quella dimensione e colore ho mai visto, e nessuna mai così gonfia e perfetta. Se la schiacciavi tornava esattamente della forma precedente. Ma soprattutto, profumatissima. Un profumo celestiale, buonissimo, forte, un profumo che non ho mai più sentito da nessuna parte, e che non aveva senso in una piuma d'uccello volata per caso attraverso la finestra. I pennuti non profumano, ma soprattutto non profumano in quel modo.Passavo ore e ore a sniffarmela.

Sapevo che era qualcosa di tuo. Non poteva che essere così. Ho conservato quella piuma all'interno del mio diario, e pur così schiacciata all'interno delle pagine, è rimasta perfetta e profumatissima per anni, in maniera assolutamente sovrannaturale. Solo dopo tre-quattro anni, ha perso quel profumo allucinante, e solo dopo sei-sette, ha cominciato a schiacciarsi e perdere la forma.

Ogni volta che tu sei con me succede qualcosa. Ho parlato nel mio primo post delle telefonate strambe, e inspiegabili, veri episodi meteora che non succedono mai, mai, mai, mai, se non quando, puntualmente, tu sei con me. E dopo che questi episodi meteora si verificano, non hanno mai seguito. E dal momento che avvengono a distanza di mesi gli uni dagli altri, non posso metterli in relazione che con te.

E poi, è successo l'ultimo episodio. Il tuo nome, un nome che non pronuncerò, che non scriverò, un nome sacro per me. Un nome inusuale, che facendo ricerche su google non compare mai. Un nome che negli ultimi quindici anni non ho sentito più pronunciare da nessuno, che non ho letto più da nessuna parte, nonostante le mie ricerche disperate.

Era uno dei giorni in cui tu eri con me. Navigavo su facebook nel solito modo trasognato tipico di quando tu sei con me. Presente eppure non presente. Ad un certo punto, nella home, mi compare il tuo nome. Sono rimasta lì come un'ebete, a fissare il tuo nome, scritto come secondo nome di un tipo italianissimo di Milano.

Non c'eri tu in quel tipo, di questo sono sicura. Però mi sembra veramente assurdo che, dopo anni e anni di ricerche infruttuose, mi sia capitato per caso sotto gli occhi, il suo nome, tra i tanti utenti di un gruppo su cui non vado quasi mai e che non mi compare mai in bacheca. E che per giunto questo accada, puntualmente, in un momento in cui tu eri con me. Succede sempre qualcosa quando tu sei con me.

Si potrebbe obiettare che io, quando sono in questa particolare situazione, tendo a far caso a cose che altrimenti passerebbero inosservate. Non sono d'accordo. Forse questa cosa del nome potrebbe anche, ma io non ne sono convinta. Ci avrei fatto caso comunque al tuo nome su facebook, anche se non fossi stata in quello stato psicologico. Non avrei mai potuto farmelo passare inosservato. Quello che mi chiedo è, quindi: perchè è successo proprio in quel momento in cui tu eri con me?

E le telefonate: le telefonate non sono cose a cui io "faccio o non faccio caso" - sono episodi che, semplicemente, non accadono mai, tranne quando tu sei con me. Il mio è un telefono tranquillo su cui non succedono cose particolari o chiamate anonime. Solo due, in tanti anni. E guarda caso, proprio quando tu eri con me.

Mi risulta evidente che, quando tu sei con me, tenti sempre di lasciarmi qualcosa. Un segno, un messaggio, un fatto originale che ha come unica finalità quella di farmi capire: "Esisto. Non farti ingannare, non rassegnarti alla mia assenza, non trattarti come se fossi una malata mentale. Esisto davvero. Ti penso, sono qui. Prima o poi staremo insieme. Resisti".

Ho bisogno di credere a questo. Ne ho bisogno.